MANUEL MANCINI

Centrocampista
Nato a Roma il 3 febbraio 1989
Esordio in A: -

1999-00 CINECITTA' B. Dil.
2000-01 ROMA A 0 0 0 0
2001-02 ROMA A 0 0 0 0
2002-03 ROMA A 0 0 0 0
2003-04 ROMA A 0 0 0 0
2004-05 ROMA A 0 0 0 0
2005-06 ROMA A 0 0 0 0
2006-07 ROMA A 0 0 0 0
2007-08 ROMA A 0 0 0 0
2008-09 RIETI D

(legenda)

La casella dell’esterno sinistro, nelle formazioni della vigilia, era rimasta vuota fino all’ultimo: la Roma di quest’anno, oltre ad un paio di trequartisti, ha sette attaccanti, e visto che De Rossi ne schiera solamente due, sembrava probabile che uno di loro potesse adattarsi come centrocampista di fascia, in assenza dei due titolari, quello designato e la riserva promossa sul campo. L’infortunio del primo, Andrea Giacomini, non era stato sufficiente a dare spazio a Manuel Mancini, dato che Della Penna, che pure per il tecnico è più che altro una mezzapunta, in quel ruolo ha giocato spesso, assorbendo senza traumi il salto di categoria. E Mancini si era dovuto accontentare delle briciole: un paio di minuti nell’andata di Coppa Italia con il Siena, titolare al ritorno, visto che Della Penna era fermo per somma di cartellini. Proprio la non facile trasferta in Toscana era stata un duro colpo alla sua legittima ambizione di trovare un po’ più di spazio: la squadra aveva sofferto parecchio, lui aveva pagato la lunga inattività, e la sua prova non era stata positiva, anche se quando sono arrivati i due gol che hanno eliminato i giallorossi era già stato sostituito.

Un passo falso che non ci voleva, per uno che non era neppure certo della conferma in Primavera, visto che l’anno prima, con gli Allievi Nazionali, giocava poco, e quasi sempre dalla panchina. Sandro Baroni gli preferiva Giuliano Falco, meno regolare ma più estroso, e lui, delle ventisette partite ufficiali (quella di Benevento, in cui aveva anche segnato, fu annullata dal giudice sportivo, che la dette vinta a tavolino per l’aggressione subita da parte dei dirigenti di casa), ne giocò solamente dieci dal primo minuto, con tre gol, due dei quali arrivati nelle ultime tre giornate. Ma l’anno prima il centrocampista, arrivato undicenne dal Cinecittà Bettini, era considerato uno dei quattro-cinque da seguire con più attenzione del gruppo degli Allievi Coppa Lazio, insieme ai due azzurrini under 16 Della Penna e Loiodice, a Cristian Palumbo, ed anche più di Bianchini, che non aveva ancora iniziato a giocare sotto età, per cui la Roma in estate decise di dargli un’altra possibilità, pur avendo una rosa con quasi trentacinque elementi.

Fantasista ormai da tempo prestato alla fascia sinistra, dopo la mezza bocciatura di Siena Mancini non si è buttato giù, mettendo una dedizione ancora maggiore negli allenamenti, tanto che dieci giorni fa De Rossi lo portò in panchina nella difficile trasferta contro l’Empoli capolista. Segno che, come domenica sera ha ammesso lo stesso tecnico, era ormai superato il problema che lo aveva penalizzato in avvio di stagione, l’ultima fase della crescita, che a diciassette anni gli aveva regalato qualche centimetro in più di statura, facendogli però perdere, almeno per i primi tempi, un po’ di brillantezza nel gioco stretto, pane quotidiano per uno che ricopre il suo ruolo. Solo che ad Empoli, quando fu espulso Della Penna, la Roma rimase in nove contro undici, e De Rossi non poté metterlo in campo, così, al derby di tre giorni fa, ci arrivò senza neppure una presenza in campionato. Alla vigilia della gara il tecnico ha provato anche un 4-3-1-2, con Lorini dietro a due punte, ma alla fine, in una gara così delicata, gli sembrò meno azzardato far giocare un esordiente che utilizzare un modulo inedito. E Mancini, maglia numero undici sulle spalle, ha ripagato la fiducia con un esordio tosto e gagliardo, cercando cross e conclusioni, rincorrendo l’avversario in fase di non possesso, prima di impreziosire il tutto con il sinistro lungo e preciso che ha tagliato in due la difesa della Lazio, permettendo ad Okaka di inserirsi, anticipare Santarelli, e regalare a De Rossi l’ennesimo derby. (Francesco Oddi - 12 dicembre ’06)